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Grinder: Scegliere il Miglior Trita Erba diviso per Tipologie

Esistono molte tipologie di grinder fra cui scegliere, che variano dal materiale alle dimensioni fino ai denti. La scelta di questo è del tutto soggettiva, ma bisogna tener conto delle diverse caratteristiche che ogni tipologia di grinder può presentare.
Il suo scopo principale è, ovviamente, tritare l’erba. Tuttavia, acquistare un ottimo grinder può facilitarvi il lavoro e farvi spendere di meno, riuscendo a risparmiare con la raccolta della resina a lungo termine, spesso persa nel processo di triturazione. Acquistando un grinder di scarsa qualità, invece, non solo rischia di alterare il sapore dell’erba, ma anche di doverne comprare subito un altro per via dell’usura.
Oltre che le caratteristiche e i materiali, anche le dimensioni sono importanti: un grinder piccolo e tascabile è perfetto da utilizzare in giro e da portare con sé; uno di grandi dimensioni, a più scompartimenti, è maggiormente adatto all’utilizzo in casa poiché scomodo da aprire ed ingombrante.
Grinder: I Materiali di costruzione
I materiali utilizzati per la costruzione dei trita erba possono essere diversi, come la plastica, l’allumino, il legno e la ceramica.
Plastica e Zinco
I grinder realizzati in plastica o zinco sono i più economici, ma di qualità minore: questi, infatti, non tritano l’erba finemente, sono difficili da pulire e rischiano di rompersi facilmente.
Restano comunque grinder molto pratici e comodi da trasportare, ma la loro fragilità e la scarsa qualità del materiale potrebbe contaminare l’erba. Chi ne acquista uno rischia di trovarsi nella situazione di doverne comprare subito un altro.
Acquista Grinder in Zinco o Plastica
PRO
- Economici
- Comodi da portare
- Possibilità di un ulteriore scompartimento dove inserire cartine o filtrini
CONTRO
- Fragili
- Rischio di alterare il sapore dell’erba
- Non tritano in maniera ottimale
- Si inceppano facilmente
- Difficili da pulire
Legno e Pietra Ollare
Sono belli da guardare, ma un po’ meno da usare: anche questi grinder non tritano finemente, sono difficili da pulire e sono soggetti a maggiore usura.
Anche se economici, sia il legno che la pietra non sono adatti alla costruzioni dei trita erba. Il legno, ad esempio, è un materiale soggetto a muffe, oltre che fragile.
C’è il rischio che una piccola quantità di erba venga persa durante la triturazione, rimanendo attaccata alle pareti. Questo accumulo di residui porta il grinder ad incepparsi molto velocemente.
PRO
- Bell’estetica
- Economici
- Comodi da portare
CONTRO
- Fragili
- Poco igienici
- Si inceppano facilmente
- Non tritano in maniera ottimale
- Difficili da pulire
Alluminio e Alluminio Anodizzato
L’alluminio è sicuramente un ottimo materiale per il suo rapporto qualità/prezzo. Leggermente più costoso rispetto ai grinder sopra elencati, ma non in maniera eccessiva.
Oltre ad avere una resistenza maggiore della plastica o del legno e quindi maggior durata, con l’alluminio non si corre il rischio di alterare il sapore delle infiorescenze. Inoltre, è molto più semplice da pulire.
Migliore dell’alluminio è l’alluminio anodizzato, di qualità superiore che esalta maggiormente le caratteristiche del grinder.
PRO
- Resistente
- Facile da pulire
- Trita bene ed uniformemente
- Non altera i sapori
CONTRO
- Prezzo leggermente maggiore
- Più pesante
- A lungo andare i denti perdono la loro efficacia
Ceramica
Questi particolari trita erba sono realizzati in alluminio semplice o anodizzato e rivestiti in ceramica.
Il prezzo è si elevato, ma pari alla loro qualità. Presenta tutte le caratteristiche dei grinder in alluminio, con l’unica differenza che non occorre mai pulirli: grazie al rivestimento in ceramica, l’erba non rimane attaccata all’interno e non lascia residui.
I modelli più facili da trovare sono quelli composti da 3 prezzi (difficile trovarne di diversi). La camera della raccolta della resina è facile da svuotare e non c’è il rischio di perdere neanche un po’ di quantità di resina.
PRO
- Resistente
- Trita bene ed uniformemente
- Non ha bisogno di essere pulito
- Non altera i sapori
CONTRO
- Prezzo elevato
- Più pesante
Titanio
E’ sicuramente un ottimo materiale per la costruzione di trita erba. La resistenza e l’efficacia dei grinder realizzati in titanio non è in discussione. L’unico problema è il prezzo.
Il titanio è un materiale eccessivamente costoso e, per quanto possa essere un prodotto di alto livello, non vale di certo il rapporto qualità/prezzo riscontrato con i materiali precedenti.
Sul mercato se ne trovano pochi, un grinder in titanio è a tutti gli effetti un bene di lusso.
PRO
- Resistente
- Trita bene ed uniformemente
- Molto facile da pulire
- Non altera i sapori
- Leggero
CONTRO
- Prezzo estremamente elevato
Gli scompartimenti
E’ possibile scegliere fra grinder che abbiano uno scompartimento, quindi formati da 2 pezzi, o più scompartimenti, fino ad un massimo di 4.
1 scompartimento
E’ il classico trita erba composto da due pezzi. L’infiorescenza viene inserita nel primo scompartimento in alto, in cui viene tritata e successivamente raccolta.
Sicuramente è il più pratico ed economico, perfetto per chi ha bisogno di un tritino sempre a portata di mano. Tuttavia, raccogliere l’erba dopo averla tritata risulta meno semplice rispetto a quelli con più camere. Inoltre, non è provvista del porta-resina.
2 scompartimenti
Il grinder a 2 scompartimenti (o tre pezzi) è possibile trovarlo in due versioni:
La prima versione è quella provvista di porta-resina. La prima camera, quella per la triturazione, presenta dei fori posti sulla base ed una sottile rete di metallo che permette il passaggio esclusivamente della resina.
La seconda versione, invece, non ha il porta-resina, ma ha comunque dei fori che permetteranno il passaggio solo delle infiorescenze tritate di una certa dimensione, ottenendo quindi un risultato più omogeneo. In questo caso, la seconda camera, raccoglie l’erba tritata.
3 scompartimenti
Questo tipo di grinder, chiamato anche a 4 pezzi, si differenzia per il porta-resina di cui è sempre provvisto. Nel primo scompartimento verrà inserita l’infiorescenza, nel secondo, che presenta una rete metallica alla base, verrà raccolta l’erba tritata e nel terzo verrà raccolta la resina.
Il grinder sarà anche provvisto di una paletta di plastica per facilitare la raccolta della resina depositata. E’ un ottimo strumento per chi fa uso abituale di Cannabis, soprattutto per chi può usufruirne comodamente a casa. Risulta più scomodo per chi, invece, ha bisogno di utilizzarlo fuori casa o quando è necessario pulirlo. Tuttavia, a lungo termine, questo tipo di trita erba potrebbe far risparmiare qualche soldo grazie alla raccolta della resina.
4 scompartimenti
Meno conosciuti e meno usati, sono i grinder a 4 scompartimenti o a 5 pezzi. Poco pratici da portare fuori casa, ma ottimi per chi può usufruirne a casa. L’unica differenza con il grinder a 3 scompartimenti è l’aggiunta di un ulteriore scompartimento provvisto di una rete che aumenta la qualità della resina raccolta. Sarà più facile reperirli sul web o in grow shop ben equipaggiati.
I denti
I denti del grinder possono essere di varie forme, dimensioni e densità. Maggiore è la densità e minore è lo spazio per l’erba, ma questa sarà tritata molto più velocemente.
Le forme più comuni sono due: a forma di diamante o a punta di lancia. I primi sono sicuramente i migliori per la maggior parte degli utilizzi. Il vantaggio di quelli a forma di punta lancia, invece, è la possibilità di non tritare lo stelo.
Test di qualità
E’ possibile eseguire una serie di test sul grinder per cercare di capirne la qualità.
- Pulite il tritino con dell’acqua e lasciatelo asciugare.
- Girate il grinder più volte senza inserire nulla all’interno. Controllare che all’interno di esso non ci siano trucioli metallici: in quel caso vuol dire che i denti sono mal allineati e questo potrebbe portare ad usure più rapide ed ad una contaminazione dell’erba contenuta in esso.
- Inserite dei pezzi di carta bianca all’interno e tritateli. Dopo controllate che la carta non sia macchiata – in caso contrario è indice di scarsa qualità.
Se si vuole acquistare un grinder all’interno di un negozio, bisogna controllare che ruoti senza intoppi, che non cigoli e che le pareti dei pezzi siano ben allineate. Provare anche a svitare e ad avvitare le diverse parti, deve risultare semplice e veloce. Se le guide non dovessero essere allineate correttamente si potrebbero riscontrare delle difficoltà o comunque impiegare più tempo del necessario.
Va controllato, infine, il magnete nel caso in cui il grinder dovesse essere dotato di una chiusura magnetica. Basterà sollevare il trita erba dal coperchio e scuoterlo. Se il magnete dovesse reggere, avrà superato il test.
Altre tipologie di grinder
Esistono trita erba diversi dai classici modelli visti finora e con caratteristiche del tutto particolari. Questi sono solo alcuni di quelli presenti sul mercato.
Grinder card
Funziona come una grattugia, ha dei fori affilati spesso di diverso spessore per poter tritare più o meno finemente. Questa carta non è proprio il massimo per tritare perché rende il processo lungo e scomodo, soprattutto se non si ha una base di appoggio. Inoltre, i fori si sporcano molto facilmente e risente molto dell’usura.
Le qualità sono la comodità perché è possibile portarlo sempre con sé, ed il prezzo, essendo molto economica.
Grinder a manovella
I grinder a manovella sono così chiamati perché hanno una manovella sopra il coperchio che consente di tritare con più facilità e meno forza. Per il resto, riprende le stesse caratteristiche dei grinder sopra citati, in base al materiale ai denti o agli scompartimenti.
Grinder con portello di gabinetto
La particolarità di questo grinder è la presenza di uno sportello che permette la raccolta dell’erba tritata senza doverlo svitare.
Basterà inserire l’infiorescenza nel primo scompartimento, tritare e successivamente aprire lo sportello posto lateralmente per raccogliere l’erba. Pratico e veloce.
Grinder elettrico
Generalmente i grinder elettrici sono grandi ed utilizzati a livello industriale, ma è possibile trovarne anche di piccoli e tascabili.
Spesso sono a forma cilindrica lunga e stretta con un cappuccio superiore in cui va inserita l’erba. Utilizzarlo è molto semplice: svitare il cappuccio in cui va messa l’infiorescenza, riavvitare, puntare verso il basso e premete il tasto per la macinazione.
Il prezzo è leggermente più alto rispetto ai normali grinder, ma non eccessivamente. La batteria non ha una lunga durata e non sono previsti porta-resina.
Cannabis
Cannabis e Microdosi: I vantaggi di un consumo Moderato

Viviamo nell’epoca in cui la corsa allo strain più forte e alti contenuti di THC significano tutto. C’è però una crescente comunità di sostenitori della Cannabis che spinge per un consumo più moderato della sostanza. Questa tecnica è chiamata “microdosing” o micro dosi, una tendenza sempre più apprezzata soprattutto fra i più grandi.
Cos’è il Microdosing?

Chi utilizza questa tecnica la preferisce al normale consumo perché permette di apprezzare i benefici del THC senza però dover affrontare gli effetti psicoattivi che possono interferire con le esigenze della vita quotidiana.
Il Microdosing è una tecnica già utilizzata con altre sostanze come l’LSD, molti però credono che questa può funzionare efficacemente anche per la Cannabis con alti contenuti di THC.
“Quando si assume una dose elevata si ottengono minori benefici e talvolta si ottiene l’effetto contrario a quello ricercato. Un po’ di cannabis può aiutare a ridurre l’ansia, mentre troppa invece può causarla”
afferma un medico del Maine.
Cosa comporta il Microdosing in ambito Terapeutico?
Il Microdosing viene consigliato principalmente ai pazienti che vogliono trattare condizioni e patologie quali: ansia, depressione, stress, dolore, migliorare la concentrazione e favorire il sonno.
Anche se mancano ancora le prove empiriche, molte cliniche affermano che in ambito terapeutico è meglio assumere piccole dosi di THC.
Qual è il dosaggio ottimale per la Cannabis?

La risposta è semplice ed è: dipende. C’è una enorme differenza nella quantità di THC contenuta nei vari fiori e hash.
Il microdosing è quindi qualcosa di molto personale, ogni individuo dovrebbe essere consapevole della quantità minima necessaria per sentire un effetto, ma anche di quella massima per non andare ko. Alcuni studiosi consigliano di partire con 2,5mg (2% circa di THC) per poi aumentare progressivamente laddove necessario.
Per chi consuma cannabis abitualmente o sta sviluppando una certa tolleranza al principio attivo, si raccomanda un periodo di astinenza di 48 ore, sufficiente per poter ripristinare il sistema endocannabinoide.
Anche se può sembrare una finestra temporale relativamente breve dopo anni di utilizzo, uno studio basato sull’imaging celebrale dimostra che dopo solo 2 giorni i recettori del sistema tornano ai livelli basali.
Pertanto la tecnica del Micro Dosing o micro dosi potrebbe aiutarti ad apprezzare maggiormente la cannabis e i suoi benefici.
Cannabis
Come Pulire l’Hashish dal Taglio

Nonostante ciò, è assolutamente illegale venderlo, consumarlo e produrlo.
Parliamo di un’enorme industria illegale che guadagna 23milioni di dollari ogni anno
Eppure in Marocco, purtroppo, i coltivatori e i produttori sono i più poveri e i più sfruttati – anche se produrre la resina e lavorarla non è costoso, essendo le piante coltivate outdoor.
Ad essere costoso è trasportarla illegalmente da un paese all’altro: una volta arrivata in Europa, il prezzo della resina aumenta anche del 300-400%.
Dati i numeri, l’interesse ad adulterare il fumo sembra ovvio: con pochi grammi di taglio si possono raddoppiare gli introiti
Ma c’è anche interesse a non fare stare male i consumatori, altrimenti non ci sarebbe mercato. Per questo motivo l’industria marocchina ha trovato soluzioni fantasiose (e neanche troppo nocive) per adulterare il fumo, pur garantendo hashish di aspetto e consistenza uguali ai fumi di ottima qualità.
Partendo da resina di scarsa qualità, le panette vengono tagliate con qualcosa che le renda friabili e sabbioso, come la colofonia (resina di pino); gli ovuli invece vengono adulterati con paraffina grezza o olio di cannabis (non illudetevi: anche questo è di qualità bassissima), per farli sembrare più morbidi e malleabili.
In generale, dato il basso costo di produzione, il fumo non è tanto tagliato come siamo invece portati a pensare: in certi casi costa molto di più comprare chili di sostanze adulteranti che produrre hashish puro e di qualità. Tutto ciò non limita le organizzazioni mafiose, soprattutto chi rifornisce le grandi piazze europee, ad adulterare pesantemente il fumo rendendolo irriconoscibile, con poco principio attivo e duro visti i metodi di conservazione.
Quindi come si può pulire il fumo che si ritiene tagliato?
Mentre i prodotti di taglio sono solubili in acqua e fondono a temperature medio basse, la resina è composta da tricomi formati da una membrana esterna cerosa, che la rende insolubile in acqua.
Anche la cera di pino è insolubile (come altri adulteranti), ma rispetto alla resina di cannabis fonde facilmente a temperature non troppo elevate (60°-135°), come nel caso dell’acqua bollente.
In sostanza, basta mettere il fumo fatto a pezzettini in una pentola piena d’acqua che bolle a fiamma bassa (90°-100°). Dopo di ciò, aspettare qualche ora: il materiale di scarto si distaccherà dalla resina, lasciando l’acqua sporca e scura.
Una volta terminato il procedimento, è necessario filtrare l’acqua (anche con i filtri da caffè) per recuperare tutta la resina e metterla ad asciugare, prima all’aria aperta e poi in freezer, finché non recupera il suo aspetto originale. Per rendere più facile il recupero di tutto il materiale pulito si può usare una bustina da tè vuota dove mettere il fumo sbriciolato. Se l’hashish è particolarmente tagliato questo procedimento si dovrà fare più volte, fino a quando l’acqua non rimarrà quasi trasparente.
N.B. Non è un metodo sempre efficace, infatti va bene per certi tipi di tagli ma non per tutti.
A volte il fumo che non ci sembra buono – o che sembra tagliato – potrebbe semplicemente essere una seconda o una terza battitura. Sapere con precisione quale adulterante è stato usato è possibile solo tramite analisi di laboratorio.
Purtroppo fino a quando il mercato nero fa da sovrano non ci sarà nessun tipo di garanzia per i consumatori e l’unico modo per capire se ci stiamo avvelenando o no, è l’esperienza.
Fonti:
https://it.wikipedia.org/wiki/Colofonia#Patologie_legate_alla_manipolazione
https://it.wikipedia.org/wiki/Paraffina
https://www.tni.org/files/publication-downloads/dpb_49_eng_web.pdf
Guide
Guida alla Preparazione dell’Olio di Canapa al CBD

In questo tutorial vedremo come preparare a casa l’olio di CBD andando ad estrarre il principio attivo con l’alcol etilico.
Il prodotto che andremo ad estrarre avrà un contenuto di CBD fino al 60%, questo vuol dire che in 1 litro di soluzione raffinata possiamo avere fino a 600 grammi di CBD puro.
È importante quindi, una volta finito il processo di estrazione, andare a diluire questo Concentrato all’interno di Oli alimentari.
Diluire l’Estratto di CBD per l’uso Orale
Il CBD così come il THC è una molecola Lipsolubile, e può diluirsi quindi solamente nei grassi e non nell’acqua (Idrosolubile). La scelta nella nostra guida è ricaduta su un altro prodotto estraibile dalla Cannabis Industriale, ovvero l’Olio di Semi di Canapa che ha delle qualità organolettiche più uniche che rare.
Difatti questo, per via delle grandi concentrazioni di Oli essenziali e Grassi Buoni (Omega-3, Omega-6 ecc) risulta essere uno degli alimenti più completi e nutrienti al mondo.
Uno dei difetti dell’Olio di Semi di Canapa è spesso il suo gusto poco convenzionale e molto corposo, molti infatti preferiscono diluire l’estrazione di CBD in oli vegetali più neutri, come: l’Olio EVO d’Oliva o l’Olio di Cocco (molto utilizzato per via della sua neutralità).
Calcolare la Quantità di CBD nell’Olio di Canapa
Consumare l’Estratto nella sua forma “pura” potrebbe non essere così piacevole, o meglio potrebbe non piacere a tutti per il suo gusto pungente !
Pertanto è importante, nel momento della diluizione in oli vegetali, capire quanto estratto aggiungere a questo.
Sul mercato si trovano spesso flaconi da 10ml al 4, 10 o 20 % di CBD. Per capire la quantità reale di CBD (si misura in grammi e non litri) presente nel flacone bisogna effettuare una semplice operazione aritmetica.
Il Contenuto di CBD è uguale al Contenuto Totale del Flacone fratto 100 e moltiplicato per la percentuale indicata sulla boccetta.
Quindi un Olio di CBD 10ml al 4% conterrà: CBD = 10 (ml) / 100 * 4 (percentuale) > 0,1 * 4 > 0,4 (400mg) grammi di CBD Puro.
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